Se fosse possibile dimenticare per un attimo l'enorme mole di esplosioni, combattimenti, inseguimenti, uccisioni e azioni ai limiti dell'impossibile, I Mercenari 3 - The Expendables potrebbe essere riassunto come una simpatica storia sugli “scontri generazionali” dei tempi moderni... dove al termine della lunga avventura tutti i protagonisti convengono sul concetto quanto mai banale ma allo stesso tempo indiscutibile che: “Per mandare avanti il mondo è necessaria la collaborazione tra vecchie e nuove generazioni, in uno scambio continuo di esperienze e idee innovative”. Detto questo, siamo ben consci che I Mercenari 3 - The Expendables non aspira certo ad essere ricordato come una sofisticata opera di scrittura degna del più grande Maximilian Oppenheimer (regista cinematografico tedesco morto ad Amburgo il 26 Marzo del 1957 e considerato uno tra i registri più cosmopoliti, sofisticati, brillanti ma anche amari e malinconici della storia del cinema), dove la riflessione sulla messa in scena e sulla finzione assume sovente un significato molto più vasto, fino a divenire vera e propria metafora del mondo e della vita stessa.
Il “sogno” de I Mercenari 3 è invece molto più terreno: radunare una parata di star internazionali senza precedenti, con scene d’azione sbalorditive e combattimenti incredibili come ingredienti principali e colonne portanti dell'intera pellicola. Osservato da questo punto di vista il film assolve pienamente il suo compito: per la prima volta sul grande schermo è possibile vedere insieme Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger, Jason Statham, Mel Gibson, Wesley Snipes, Harrison Ford e 11 altre legende e astri nascenti del cinema all'interno di un vero e proprio dream team di “duri”, riproponendo in modo evidente il tema delle “generazioni a confronto”. Gran parte della linea ironica del film è affidata proprio alle battute e alle sequenze autoreferenziali di attori che sono stati delle vere “icone” del film d'azione degli anni 80 e che, in alcuni frangenti, riescono anche a strappare un sorriso di tenerezza nel constatare quanto impegno hanno profuso nel provare a risultare credibili nella parte dei “giovanotti a tutti i costi”.
Dal punto di vista della trama, si può affermare che la storia riesce ad essere una discreta cornice alle numerose sequenze d'azione: questa volta Barney Ross (Sylvester Stallone) e la sua squadra di specialisti nota come “I Mercenari”, devono impedire che una potente arma finisca nelle mani sbagliate. Attraverso un’incredibile serie di eventi, Barney e i suoi scoprono che lo spietato mercante d’armi che stanno inseguendo non è altri che Conrad Stonebanks (Mel Gibson), ex membro e co-fondatore de I Mercenari e che lo stesso Barney credeva di aver ucciso da più di dieci anni. Dopo un esplosivo scontro a fuoco, durante il quale viene quasi ucciso Hale Caesar (il Mercenario di vecchia data interpretato da Terry Crews), Stonebanks fugge illeso e costringe Barney a prendere un’importante decisione: mandare in pensione il suo storico equipaggio e reclutare un gruppo di giovani di talento (Kellan Lutz, Ronda Rousey, Glen Powell e Victor Ortiz) per portare energie fresche e aggiornare le competenze del team.
Lo scontro si fa personale quando l'agente della CIA Max Drummer (Harrison Ford) incarica la nuova squadra di assicurare Stonebanks alla giustizia e l’astuto contrabbandiere d'armi fa diventare questa caccia al ladro una missione per distruggere I Mercenari, compreso il suo vecchio compagno. Quando la complicata operazione va storta e il nuovo team viene fatto prigioniero, Barney s’imbarca in una missione di recupero senza esclusione di colpi, aiutato dai suoi commilitoni Lee Christmas (Jason Statham), Galgo (Antonio Banderas), Yan Yang (Jet Li), Doctor Death (Wesley Snipes), Gunner Jensen (Dolph Lundgren), Toll Road (Randy Couture) e Trench Mauser (Arnold Schwarzenegger). Vecchie tattiche militari si sposano con moderne conoscenze tecnologiche quando i due team si uniscono per l’epico assalto finale contro l’esercito di Stonebanks, nel momento più spettacolare dell’intera saga.
La regia è di Patrick Hughes su sceneggiatura di Stallone in collaborazione con Creighton Rothenberger e Katrin Benedikt. I produttori sono Avi Lerner, Kevin King-Templeton, Danny Lerner, Les Weldon e John Thompson. I produttori esecutivi: Trevor Short, Boaz Davidson, Jon Feltheimer, Jason Constantine, Eda Kowan, Basil Iwanyk e Guymon Casady. Il direttore della fotografia è Peter Menzies Jr. La scenografia è di Daniel T. Dorrance. I costumi di Lizz Wolf, mentre le musiche sono sono state affidate a Brian Tyler.